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Comunicazione
02/10/2012
Previsioni sul mercato immobiliare
Le previsioni sul mercato immobiliare sono ottimistiche, si può crescere in qualità e quantità. Fonte Scenari Immobiliari) Nel 2020 il mercato immobiliare italiano potrebbe fatturare circa 180 miliardi di euro, che significa una crescita del 62% rispetto al 2011. La crescita quantitativa sarà accompagnata da una crescita qualitativa dell’industria immobiliare. Il peso degli investimenti immobiliari dei grandi investitori dovrebbe aumentare di circa il 50% rispetto al 2011, anche perché il settore sarà utilizzato per proteggere previdenza e pensioni. Gli investimenti indiretti avranno un’importanza sempre maggiore. Si prevede che il patrimonio detenuto dalle diverse forme di fondi immobiliari supererà 70 miliardi di euro, con un forte apporto del pubblico. La crescita sarà guidata ancora dal comparto residenziale. Che, come nel resto del mondo, verrà modificato strutturalmente dai trend demografici e dalle esigenze della domanda. Le grandi città saranno sottoposte a una pressione maggiore e crescerà l’esigenza di case a basso costo per le fasce deboli della popolazione, soprattutto nelle zone periferiche, e di immobili specializzati per gli anziani, dal momento che l’Italia presenta un tasso di invecchiamento molto elevato. Crescerà il numero delle famiglie, che si ridurranno però dal punto di vista dimensionale. Aumenteranno quelle monoparentali, imponendo un adeguamento dell’offerta residenziale, ora basata su tagli medio- grandi (80-120 metri quadrati). Nella fascia di lusso si modificano le caratteristiche della domanda, per l’avvento della domotica e della tecnologia. I cambiamenti demografici (permanenza dei figli in casa, presenza degli anziani ecc.) comporteranno una sempre maggiore richiesta di abitazioni grandi, con spazi idonei a garantire la privacy. Si assisterà a un graduale ritorno verso il centro delle città, con conseguente aumento della domanda di ristrutturazione e dei prezzi. Nei prossimi anni dovrebbe aumentare la scala dei progetti residenziali, sul modello degli altri Paesi europei, ma continuerà a essere realizzato anche un buon numero di progetti di piccola entità. Sono attese nuove edificazioni, ma su aree già urbanizzate. In generale sarà data maggiore importanza alla pianificazione urbanistica e alla limitazione del consumo di suolo, con possibili aperture verso interventi di sostituzione edilizia, soprattutto in contesti caratterizzati da obsolescenza, bassa qualità costruttiva e scarsa qualità della vita. In considerazione della recente crisi economica e dell’atteggiamento restrittivo del sistema bancario, il mercato sarà dominato dall’equity, con limitato ricorso ai mutui. È ipotizzabile una ripresa delle compravendite già a partire dal 2013, seguita da una ripresa con punte superiori a quelle dei primi anni duemila. Per quanto riguarda le quotazioni medie, attualmente il mercato attraversa una fase di stasi, alla quale seguirà un periodo di crescita, in previsione della concomitanza tra pressione della domanda e nuovi prodotti esistenti. Lo sviluppo delle costruzioni sarà più lento rispetto alla media europea e si prevede che nel 2020 il valore delle costruzioni italiane sarà al 12° posto nel ranking mondiale, rispetto al settimo 7° del 2010. Si prevede un aumento significativo nel comparto delle ristrutturazioni e delle infrastrutture. Con riferimento ai nuovi mercati, nei prossimi 10 anni lo scenario nazionale offrirà grandi opportunità agli investitori, privati e istituzionali, e alle imprese. L’Italia ha una serie di carenze che devono essere colmate per riacquistare competitività internazionale. Tra queste i grandi interventi urbani, con progetti nuovi e di recupero, dovrebbero rappresentare il vero motore del mercato. L’obiettivo è avvicinarsi agli standard europei, anche attraverso la realizzazione di progetti di trasformazione su più ampia scala. I nuovi interventi porranno attenzione al mix funzionale, alla qualità architettonica, alla flessibilità, al risparmio energetico e all’accessibilità urbana. Proseguirà la valorizzazione delle aree industriali dismesse, soprattutto nel centro-nord. Un’altra carenza da colmare è quella relativa alle residenze di qualità. Attualmente, nelle città italiane si stima una domanda di oltre 50 mila famiglie alla ricerca di alloggi che costano un milione di euro o più. Rispetto al resto dell’Europa, l’offerta è carente sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.



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