ITA | ENG



Comunicazione
23/11/2012
Censis: l’81% degli italiani vive in casa sua
Nel 1981 gli italiani che vivevano in una casa di proprietà erano il 64%, oggi sono l’81%. Un dato enorme, basti pensare che oggi solo il 46% dei tedeschi e il 61% dei francesi vive in una casa di proprietà. È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Censis-Abi sulla società italiana. Negli ultimi 30 anni il numero di abitazioni è aumentato del 32%, esattamente come il numero delle famiglie, malgrado la popolazione sia aumentata appena del 5%. Ciò è avvenuto per la drastica diminuzione del numero medio di componenti per famiglia, sceso da 3 a 2,4. Il sistema, rileva il rapporto, è quindi ‘‘in sostanziale equilibrio per quanto riguarda il numero totale delle abitazioni, ma rischia un certo disallineamento per ciò che riguarda la dimensione degli alloggi’’. ‘‘La ‘mazzata’ dell’Imu – sottolinea il rapporto – alla fine è arrivata, pesante come previsto. Per quanto dura, niente lascia pensare che le tasse sul patrimonio spingeranno gli italiani a vendere casa per tornare in affitto come 30 anni fa’’. L’attuale dimensione media degli alloggi e’ di 114 metri quadri, un dato che è andato costantemente riducendosi. Nel giro di 20 anni, dal 1991 ad oggi, abbiamo perso in media 0,8 stanze per casa: vengono infatti progettate case fatte mediamente di 3,4 stanze ciascuna, nel 1991 mediamente le case erano composte da 4,2 stanze. Siamo passati dalle 845.000 abitazioni scambiate nel 2006 alle 598.000 del 2011, ma è un dato ormai consolidato, perché è stabile dal 2009. Negli ultimi tre anni il numero di abitazioni scambiate si aggira intorno alle 600.000, esattamente come prima del boom, cioè nel 1998. Oggi il 41,1% degli italiani ritiene che negli ultimi sei mesi il prezzo degli immobili sia diminuito, un anno fa erano poco più del 25%. È diffuso quindi un clima di poca fiducia nella tenuta dei prezzi del mercato, prezzi che tradizionalmente hanno sempre teso a salire. Oggi, secondo il rapporto, “solo”’ il 17,3% degli italiani pensa che i soldi andrebbero investiti nel mattone, contro il 36,6% che pensa che invece andrebbero tenuti liquidi aspettando tempi migliori; appena un anno fa le percentuali erano quasi invertite: il 33,5% avrebbe investito in immobili, contro un 25,5% che invece preferiva mantenersi “liquido”.



Torna